Piano Nazionale per la Non autosufficienza: possibili miglioramenti?

[25/10/19] Nei prossimi giorni va al parere della Commissione Unificata Stato Regioni la proposta di  “Piano per la non autosufficienza 2019-2021" con un decreto abbinato il cui obiettivo principale è di  muovere verso più solidi livelli essenziali di assistenza, pur nei limiti del Fondo per le non autosufficienze (FNA) che è l’oggetto da regolare con questo Piano. L’obiettivo è sicuramente importante, ma è proprio questa intenzione che richiede di approfondire possibili miglioramenti del Piano per dare consistenza a quell’obiettivo. Discutiamone alcuni, senza intenzioni polemiche ma per riflettere su possibili migliorie, a partire da questa considerazione: il welfare pubblico per la non autosufficienza si articola in molti segmenti spesso disarticolati, e dunque è proprio un “Piano” ciò che occorre, ma con un orizzonte ampio, che non dimentichi snodi cruciali.

Il rischio di mantenere percorsi frantumati e l’orizzonte di ricomposizione
In questo momento un disabile gravissimo o un non autosufficiente trova (semplificando un po’ forzosamente) diversi percorsi/offerte di prestazioni per supportare la permanenza assistita al suo domicilio:
- se è malato di SLA può ricevere un contributo economico, e spesso di importo significativo, per assumere un assistente familiare (e spesso senza necessità di valutazioni in Unità Valutative Multidimensionale);
- se ha una grave disabilità può cercare di accedere ai significativi interventi della “vita indipendente”, più o meno sperimentali;
- possono essere attivi interventi promossi con le risorse per il “Dopo di Noi” (legge 112/2016);
- se è anziano non autosufficiente o disabile può richiedere interventi sociosanitari di assistenza domiciliari, previsti anche dal Capo IV dei LEA (nel Dpcm 12/1/2017 n.15), previa valutazione in Unità Valutative Multidimensionali. Leggi su welforum.it

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