Un emendamento al Decreto Semplificazioni sui sussidi tecnici informatici. Va in soffitta la "specifica prescrizione autorizzativa"? Più ombre che luci.

[2/10/20] La Camera dei deputati ha approvato il 10 settembre la conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, recante misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale (Atti della Camera 2648, il cosddetto decreto semplifcazioni). L’approvazione è avvenuta senza discussione e senza quindi possibilità di migliorare il testo licenziato dal Senato. Il testo è ora in attesa di firma del Presidente della Repubblica e poi di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a cui seguirà un Decreto del MEF. Molte le perplessità manifestate sulla bontà del provvedimento.

Nel testo sono presenti due articoli (il 29 bis e il 29 ter) che riguardano la disabilità. Il primo, semplificando il discorso, prevede di abolire la cosiddetta "specifica prescrizione autorizzativa rilasciata dal medico specialista della azienda sanitaria locale di appartenenza dalla quale risulti il collegamento funzionale tra il sussidio tecnico ed informatico e la menomazione di cui sopra [motoria, visiva, uditiva o del linguaggio. Sono per ora escluse le disabilità intellettive, ndr)” e di limitare alla sola certificazione di invalidità la documentazione medico legale da presentare.

Da molte parti si sollevano dubbi sulla bontà di questa proposta perché il numero e la gamma di potenziali prodotti è estremamente ampia e, non essendo fissato alcun limite temporale o di numero di prodotti, potrebbero ingenerarsi facilmente elusioni e abusi.
Si auspica che in sede di Decreto attuativo del MEF, di cui si prevede l'uscita e che deve sancire l'abolizione della Specifica prescrizione autorizzativa, che lo stesso MEF aveva istituto con un decreo del 1998, si possano inserire correttivi che possano scongiurare gli abusi.
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