N1-2011

Feb 2011

Newsletter CAAD, n.1/2011, 28 febbraio 2011

Rapporto Osservasalute 2010
Invecchia la popolazione italiana. E sono in aumento gli anziani che vivono soli. È quanto risulta dall'ottava edizione del Rapporto Osservasalute (2010), "un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualita' dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane presentata all'Universita' Cattolica". Il rapporto e' pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l'Universita' Cattolica di Roma e coordinato dal Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della Facolta' di Medicina e Chirurgia. Secondo il rapporto "tanto per gli uomini quanto per le donne si evidenzia una condizione di migliore sopravvivenza nelle regioni centrali e del Nord-Est. Svantaggiato, invece, risulta il Sud".

L'Italia continua a invecchiare e le previsioni non sono rosee.
Anche il Rapporto 2010 mostra la tendenza all'invecchiamento della popolazione italiana, la quota dei giovani sul totale della popolazione e', difatti, contenuta, mentre il peso della popolazione "anziana" (65-74 anni) e "molto anziana" (75 anni e oltre) e' consistente. Complessivamente, la popolazione in eta' 65-74 anni rappresenta il 10,3% del totale, e quella dai 75 anni in su il 9,8 del totale. È facilmente prevedibile che si assistera' a un ulteriore aumento del peso della popolazione anziana dovuto allo "slittamento verso l'alto" (ossia all'invecchiamento) degli individui che oggi si trovano nelle classi di eta' centrali, che sono le piu' "affollate". Al tempo stesso, si puo' supporre che nel futuro prossimo non si registrera' un numero di nascite e/o flussi migratori imponenti tali da contrastare il rapido processo di invecchiamento che si sta delineando visto che le nuove generazioni (ossia coloro che dovrebbero dar luogo a tali nascite) sono numericamente esigue.
Di seguito alcuni dei risultati del rapporto:
- aumentano gli anziani che vivono soli: a livello nazionale oltre un anziano ogni quattro (27,8%) vive solo (+0,7 punti percentuali rispetto al 2007). È in Valle d'Aosta che tale percentuale raggiunge il suo valore massimo (33,4%), mentre valori superiori al 30% vengono registrati anche in Piemonte, nella Provincia Autonoma di Trento e in Liguria. Al contrario, valori contenuti caratterizzano la Toscana, dove la quota di anziani che vivono soli e' pari a 23,6%: seguono le Marche (25,3%), il Veneto (25,6%), la Basilicata (25,7%) e l'Abruzzo (25,9%). Solo il 14,5% (nel 2007 tale dato era pari a 13,6%) degli uomini di 65 anni e oltre vive solo, mentre tale percentuale e' decisamente piu' elevata per le donne: 37,5%, contro il 36,9% del 2007.
- Speranza di vita: tanto per gli uomini quanto per le donne si evidenzia una condizione di migliore sopravvivenza nelle regioni centrali e del Nord-Est. Svantaggiato, invece, risulta il Sud.
Per gli uomini si passa da picchi intorno agli 80 anni, in alcune province dell'Emilia-Romagna, al valore di 76,4 anni per Napoli e Nuoro. Differenze notevoli si registrano anche per le donne con il massimo di 85,3 anni per la provincia di Forli'-Cesena, mentre il minimo, ancora una volta, si registra nella provincia di Napoli con 81,8 anni (a pari merito con Caltanisetta). Al 2007 la speranza di vita alla nascita e' pari a 78,7 anni per gli uomini e a 84 anni per le donne. Si confermano, quindi, i dati del precedente Rapporto Osservasalute 2009. Dal 1998-2000 al 2007 gli uomini hanno guadagnato, in media, 2,2 anni passando da 76,5 a 78,7 anni. Le donne nello stesso periodo hanno guadagnato, mediamente, 1,5 anni raggiungendo il valore di 84 anni partendo da 82,5 anni.
Sia per le donne sia per gli uomini, e' il Sud a presentare la situazione di maggiore svantaggio con una presenza elevata di province in cui la speranza di vita alla nascita e' inferiore al valore medio nazionale.
- diminuisce la mortalità: tra gli inizi degli anni 2000 e il biennio 2006-2007, al netto dell'effe dell'invecchiamento della popolazione, la mortalita' oltre il primo anno di vita e' diminuita da 103,5 a 89,8 per 10.000 negli uomini e da 61,3 a 54,5 per 10.000 nelle donne (rispettivamente 13% e 11% di riduzione). Per quanto riguarda la mortalita' per le diverse malattie si evidenzia una generale riduzione dei tassi di mortalita' sia negli uomini che nelle donne. Il tasso standardizzato di mortalita' per le malattie del sistema circolatorio si riduce, significativamente, in pochi anni passando, tra il 1999-2001 e il 2006-2007, da un valore di 40,2 a 31,3 per 10.000 negli uomini e da 27,0 a 21,5 per 10.000 nelle donne. La riduzione dei livelli di mortalita' per queste cause avviene in tutte le province e per entrambi i generi sebbene l'intensita' di tale variazione sia diversificata sul territorio.
- Per i tumori maligni si osserva una lieve riduzione della mortalita' da 33,8 a 31,1 per 10.000 negli uomini e da 17,3 a 16,6 per 10.000 nelle donne. Tuttavia in molte province si registrano ancora tassi di mortalita' crescenti; tra queste i maggiori aumenti si hanno, per entrambi i generi, a Viterbo e Cremona. Le aree a piu' elevata mortalita' sia per gli uomini che per le donne, sono piu' frequentemente le province settentrionali del Paese.
- Scarica il report: http://www.osservasalute.it/index.php/rapporto 
(Fonte agenzia DIRE)

L'articolazione distrettuale del servizio CAAD: informazioni e consulenza
- Distretto di Bologna
CAAD : sede provinciale c/o Area Ausili – Corte Roncati. Via Sant’Isaia, 90- Bologna
Orari : da lunedì a giovedì dalle 09,30 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 16,00
Sportello Informativo in Sede: lunedì dalle 10,00 alle 12,00 e giovedì dalle 14,00 alle 16,00.
(Attualmente il servizio di sportello informativo è sostenuto dall’équipe tecnica di consulenza in attesa di definizione dell’operatività a regime)
- Distretto di San Lazzaro di Savena
Sede distrettuale CAAD : c/o Direzione del Distretto di San Lazzaro – stanza B47, via Repubblica 11, San Lazzaro di Savena (referenti S.Bacilieri USSI disabili adulti ASL, Anna Nuzzolese UDP)
Sportello Informativo Distrettuale: 2° mercoledì del mese dalle 15,00 alle 17,00
- Distretto di Porretta Terme
Sede distrettuale CAAD : c/o Direzione del Distretto di Porretta Terme – 2° p. st. 16, via Oreste Zagnoni 5, Porretta Terme (BO) (referenti A.Bertone USSI disabili adulti ASL, Angelo Rainone UDP)
Sportello Informativo Distrettuale: 1° e 3° martedì di ogni mese dalle 9,00 alle 11,00
- Distretto di Casalecchio di Reno
Sede distrettuale CAAD: c/o Azienda Consortile Interventi Sociali “Insieme” – via Cimarosa 5/2, Casalecchio di Reno (referente G.Ciccone, Area disabili ASC Insieme)
Sportello Informativo Distrettuale: 2° martedì di ogni mese dalle 9,00 alle 11,00
- Distretto di pianura est (S.Pietro in Casale)
Sede distrettuale CAAD: c/o Direzione del Distretto di Pianura Est – via Asia 61. San Pietro in Casale (Bo)
(referenti E.Fabbri UDP, R.Tinti Asl, B.Alberghini USSI disabili adulti ASL)
Sportello Informativo Distrettuale: 4° mercoledì del mese dalle 9,00 alle 11,00
- in corso di definizione l'attività nel Distretto di Pianura ovest (S.Giovanni P.)
(fonte CAAD Bologna)

Aggiornati isee e tetti di spesa per i bandi auto e attrezzature/arredi relativi alla legge regionale 29/97
Con la determina 1105 del 2 febbraio 2011 la Regione E.Romagna ha provveduto ad aggiornare i parametri ISEE e i tetti massimi di spesa ammissibile relativi ai bandi della legge 29/97 che concedono contributi per l'acquisto di veicoli adattati o attrezzature, arredi e tecnologie per l'autonomia in casa delle persone non autosufficienti.
Consulta le due schede nel sito degli sportelli sociali
http://informa.comune.bologna.it/iperbole/sportellosociale/servizi/2571/2676/
http://informa.comune.bologna.it/iperbole/sportellosociale/servizi/2571/2395/
(fonte CAAD Bologna)

Il rapporto sulla assistenza agli anziani non autosufficienti
A cura di IRCCS-INRCA per il network nazionale per l'invecchiamento, edito nell'ottobre 2010.
"Il Secondo Rapporto del Network Non Autosufficienza (NNA) propone ai lettori un’analisi di come evolvono gli interventi pubblici nel nostro Paese e un approfondimento sui servizi domiciliari.
La prima parte contiene il monitoraggio dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia. Inizia con un capitolo – la “bussola” di NNA – che presenta i dati più aggiornati disponibili. Successivamente compie un bilancio delle politiche realizzate dal Governo Berlusconi nel periodo maggio 2008-autunno 2010, dedicando uno specifico approfondimento alla sanatoria delle badanti. Infine,esamina quanto è stato realizzato nella legislatura regionale 2005-2010 dalle Regioni che hanno rinnovato la propria Giunta in quest’ultimo anno.
La seconda parte contiene un approfondimento monografico sui servizi domiciliari, intesi come i servizi alla persona a (almeno parziale) finanziamento pubblico forniti nella casa dove l’anziano vive. Comincia con un capitolo che ne introduce i tratti principali e ne mette a fuoco le condizioni per il successo, per poi discutere la loro diffusione nel nostro Paese e i principali modelli organizzativi esistenti. Successivamente si dedica ai bisogni degli utenti e all’adeguatezza delle risposte fornite loro, mentre il passo seguente consiste nell’ampliare lo sguardo così da esaminare l’intreccio tra servizi, famiglie e badanti. In conclusione mette a confronto l’Italia con la realtà europea.
Scaricalo alla pagina http://www.grusol.it/informazioni/22-01-11.PDF 
(fonte CAAD Bologna)

Universal remote control. Tecnologie per la non autosufficienza
Attivare la lavatrice, accendere o spegnere il riscaldamento, avviare gli elettrodomestici di uso più comune: da oggi si può farlo in completa autonomia anche se si è una persona disabile o non autosufficiente. E’ stato sviluppato infatti un dispositivo che permette alla persona di interfacciare con strumenti elettronici e tecnologici di uso quotidiano, anche se fisicamente impossibilitato. Il dispositivo si chiama ‘interfaccia Urc – Universal remote control’ ed è il frutto del lavoro congiunto di un gruppo di ricercatori europei, provenienti da Spagna, Repubblica Ceca, Germani, Portogallo e Svezia, grazie ad un finanziamento di 2,7 milioni di euro erogato nell’ambito del piano europeo di sviluppo tecnologico ‘Digital Agenda’.
Il progetto, denominato “I2Home”, ha infatti sviluppato un semplice dispositivo che, inserito in un telecomando, in un telefono fisso o cellulare, o in un computer, permette alla persona disabile o non autosufficiente di gestire in autonomia il quotidiano. La stessa tecnologia permette poi di attivare servizi e comandi anche fuori casa, in ambienti esterni. Lo sviluppo e il sostegno all’autonomia della persone, che rientra tra gli obiettivi del piano europeo di sviluppo tecnologico ‘Digital Agenda’, passa dunque anche per la tecnologia. “Sono compiaciuto – ha affermato Neelie Kroes, vice presidente per Digital Agenda della Commissione europea – che i fondi europei promuovano progetti come ‘I2Home’, progetti che possono imbrigliare le tecnologie della comunicazione per rendere più semplice la vita dei cittadini europei, compresi gli anziani, i disabili e le persone a rischio di esclusione sociale”.
Ad oggi, ‘I2Home’ è stato testato in centri di cura e case private in quattro paesi pilota: Repubblica Ceca, Germania, Spagna e Svezia, ma già oltre 100 organizzazioni in Europa usano o lavorano già con questa tecnologia. In questo senso, infatti, i ricercatori hanno cercato di allineare l’accesso alla tecnologia ai bisogni delle persone non vedenti, o con problemi di carattere mentale, colpite da Alzheimer o molto anziane. La tecnologia usata permette a tutti loro di essere più indipendenti, rendendo più semplice e accessibile la loro vita.
(fonte redattoresociale.it)

Non autosufficienza in Cina
Come il resto del mondo, anche la Cina sta incominciando ad affrontare i problemi legati all'invecchiamento della sua popolazione. La sfida, in un paese abitato da un miliardo e trecento milioni di persone, di cui un ottavo è ultrasessantenne e di questo ottavo, più della metà vive da solo, non sarà certo trascurabile.
Per quanto prendersi cura dei genitori anziani faccia parte della cultura tradizionale cinese, l' emigrazione e i moderni ritmi imposti dal lavoro hanno fratturato i legami di famiglia. Inoltre, la "politica del figlio unico" per il controllo delle nascite, attuata dal governo cinese nell'ambito della Pianificazione Familiare già dagli ani 70, sta caricando sulle spalle di pochi lavoratori giovani il compito di supportare un numero sempre maggiore di parenti anziani. Così, mentre aumentano le case di cura, le autorità, recentemente allarmate da numerose storie di persone anziane decedute nei loro appartamenti senza che nessuno se ne accorgesse per lungo tempo, hanno deciso di prendere provvedimenti proponendo un emendamento alla Legge sulla Protezione dei Diritti e degli Interessi degli Anziani entrata in vigore nel 1996. Secondo tale emendamento, verrebbe reso legalmente obbligatorio per i figli fare visita e prendersi cura fisicamente e mentalmente d ei propri cari. La proposta è ovviamente molto controversa, e se da una parte c'è chi ritiene, come l'avvocato Qian Jun, che sarebbe meglio "rafforzare l'educazione morale dei cittadini piuttosto che obbligarli a fare qualcosa del genere", altri la vedono, seppur tristemente, come l'unica soluzione possibile.
(BBC News, 6 gennaio 2011)

Disponibili on line gli atti del convegno del 16 dicembre scorso "Ausili e soluzioni per
la qualità della vita in una società che cambia"

Si possono scaricare le relazioni alla pagina http://www.ausilioteca.org/atti_convegno
(fonte CRA Bologna)

Adattamento domestico e servizio CAAD a Bologna e provincia.
Si toccano con mano i primi risultati del processo di riorganizzazione
Dopo un lungo e faticoso lavoro che ha visto coinvolti negli ultimi due anni il servizio CAAD, l'ausilioteca Aias, la Conferenza territoriale sociosanitaria, l'Asp Irides, gli Uffici di piano dei 7 distretti sociosanitari della provincia, si sta concretando una organizzazione del servizio CAAD articolata su base distrettuale. L'equipe di consulenza si collega e interfaccia con i servizi locali e opera concretamente per alcune giornate nel mese direttamente presso i vari distretti in collaborazione ed integrazione con gli operatori dei servizi sociali rivolti ad anziani e disabili.
L'integrazione riguarda sia l'attività di consulenza, sia le attività di formazione degli operatori sociosanitari e tecnci, sia le attività di carattere informativo e promozionale sul tema dell'adattamento domestico e più in generale degli ambienti di vita frequentati dalla persona non autosufficiente.
Sono proprio di questi giorni gli incontri con i vari Distretti che hanno provveduto a nominare un referente per lo sviluppo e il coordinamento delle azioni sull'AD e il collegamento con il CAAD .
Il quadro istituzionale di tutto questo sta per essere definto all'interno di una convenzione tra il Comune di Bologna capofila del progetto e i Comuni capofila degli altri distretti, tesa a definire i contorni della collaborazione a livello provinciale e le modalità di finanziamento del servizio.
Usando una immagine che possa riassumere il processo in atto potremmo dire che finalmente viene superata l'equazione "adattamento domestico=CAAD", trasferendo ai territori le competenze e le responsabilità in tema di programmazione sull'AD, agli operatori dei servizi competenze per inserire l'AD nei PAI degli utenti, restituendo al CAAD il ruolo e identità di servizio tecnico di consulenza e permettendogli di confrontare (quindi...innovare e relativizzare) il proprio sapere nel confronto con gli operatori e le varie realtà territoriali.
Sembra opportuna anche una opera di ridefinizione delle attività di coordinamento e sviluppo regionale, favorendo una più continua e proficua partecipazione degli enti gestori dei CAAD alle attività di sviluppo della rete regionale dei centri per l'AD.
Che questo processo sia in corso e se ne vedano finalmente anche i primi risultati concreti non lo dicono solo le opinioni ma anche i dati: 41 progetti di AD riferiti alla DGR 1206/07 che pone Bologna al secondo posto dopo Ferrara; un aumento molto forte dei contatti tra servizio ed operatori sociosanitari (mentre in precedenza erano soprattutto famigliari a contattare il servizio oltre alle persone non autosufficienti); una inversione di percentuale dell'utenza che vede le persone adulte scavalcare quelle anziane (53% e 33%), a fronte di una dato regionale complessivo che è invece inverso (47% anziani, 30% adulti), e che da conto di interventi che impattano su archi di vita molto più lunghi dell'utenza. Questo sottolinea anche il ruolo "preventivo" e non solo "curativo" del CAAD in ciò correlato alla ricerca di collaborazione con tutta la filiera esistente per una "casa amica", ovvero anche e soprattutto non solo il settore socio-sanitario ma quello legato alla casa, alle politiche abitative, all'edilizia residenziale pubblica e agli ordini professionali dei tecnici impegnati in questi ambiti (ingegneri, architetti, geometri).
Un processo che probabilmente sarà ancora lungo e che deve confrontarsi con i pesanti ridimensionamenti delle risorse per i servizi sociali, ma che sottolinea come l'accessibilità sia e debba essere l'elemento organizzatore degli interventi in questo ambito: accessibilità alla casa, all'ambiente urbano, ai trasporti, alle comunicazioni, al digitale.
La non autosufficienza non è un destino ineluttabile se a ciò che ci indica la demografia si affiancherà il potenziamento delle forme di prevenzione (delle malattie, degli infortuni, degli incidenti) e lo sviluppo dei sistemi per l'accessibilità che ne riducono l'impatto sugli individui e sui sistemi di cura.

Anziano vecchio o anziano giovane?
Il Centro Studi Ipsser ha organizzato nei mesi di gennaio e febbraio 2011 un corso di aggiornamento dal titolo "Anziano vecchio o anziano giovane?". L'anziano, definito tale dalla sociologia, si presenta molto diverso da un tempo, così come sono cambiate sia l'autopercezione che l'eteropercezione. Il corso, che si prefigge di rappresentare l'anziano partendo dalla sua descrizione secondo i più recenti studi e analizzare i bisogni e i modelli di intervento nelle diverse forme di fragilità, è destinato ad assistenti sociali, infermieri, educatori, animatori, medici, geriatri e psicologi. Articolato in 4 giornate, dalle 14.00 alle 18.00, il corso si svolgerà presso la sede Ipsser di Via del Borghetto 3, Bologna.
Informazioni: Tel. 051.227200 - ipsser@libero.it
Il programa: http://pss.irs-online.it/materiali/anziano_vecchio_o_anziano_giovane.pdf