N4-2011

Ago 2011

Newsletter CAAD, n.4/2011, 31 agosto 2011

Disabilità. Assistenza protesica, 1 su 5 senza informazioni, l'attesa per i dispositivi incide molto sui costi sostenuti
In merito all'accesso all'assistenza protesica e integrativa, l'80% dei cittadini complessivamente considerati dichiara di aver ricevuto informazioni, tuttavia il Sud si posiziona di 5 punti percentuali al di sotto della media  mentre il Nord-est si distanzia in positivo. Sono questi alcuni dei dati contenuti nel Rapporto di Cittadinanzattiva dal titolo "Percorsi critici, qualita' della vita e buone pratiche". Ad oggi, ben 1 cittadino su 5 non e' stato in grado di ottenere informazioni. Quelle ottenute sono buone o sufficienti per la maggioranza, mentre per il 16% sono pessime o scarse. Per ottenere informazioni ci si rivolge di piu' al medico di famiglia o alle associazioni, poco al sito web delle Asl o all'ufficio relazioni con il pubblico. Diritti che rimbalzano. Prevale la quota di cittadini che per ottenere l'autorizzazione ha dovuto recarsi solo 1-2 volte presso uffici (40%), ma un 22% ha dovuto effettuare addirittura piu' di 4 passaggi. Se a questa quota si aggiungono coloro che si sono spostati 3-4 volte (22%), emerge un quadro preoccupante di una meta' circa di rispondenti che si vedono "rimpallati" da un ufficio all'altro prima di ottenere il riconoscimento del proprio diritto. Con il Sud del paese in cui questo dato sale fino al 70%.
Emerge che in piu' della meta' dei casi sono le famiglie (o la rete sociale amicale) ad accollarsi l'onere di avviare e seguire tutta la pratica amministrativa necessaria per ottenere il riconoscimento al diritto. L'ottenimento del rinnovo dell'autorizzazione sembra essere piu' agevole rispetto all'autorizzazione iniziale, ma non ovunque, come dimostra un 37% degli interpellati che ha dovuto recarsi da 2 a 4 volte presso uffici per vedere rinnovato il proprio diritto alla fornitura.
Attese e costi per le famiglie. Il 25% dei cittadini complessivamente considerati, durante il periodo trascorso in attesa di ricevere l'autorizzazione ha dovuto sostenere dei costi a proprio per acquistare o noleggiare i dispositivi di cui aveva bisogno tempestivamente, e per i quali non poteva attendere i tempi della burocrazia. Situazione che si verifica piu' spesso al Centro.
L'attesa incide molto sui costi sostenuti dai cittadini: si va dai 35 euro per il noleggio di una sedia a ruote ai 500 per un letto elettrico, sino a spendere 2200 euro per un sollevatore per il bagno o addirittura 6 mila per una carrozzina elettrica verticalizzante. Relativamente ai soli dispositivi di assistenza protesica, per il 20% dei cittadini le spese complessive sostenute a proprio carico durante tutta la durata della loro esperienza di fruitori hanno inciso in modo notevolmente negativo sul bilancio familiare, percentuale che aumenta quasi al 50% se si considerano anche coloro che ritengono di aver avuto alcune ripercussioni negative. Inoltre, il 13% ha dovuto sostenere costi aggiuntivi a suo carico per acquistare dispositivi, a causa della carenza di qualita' di quelli erogati dal Ssn.Liberta' di scelta, innovazione, presidi inadeguati. Dal rapporto di Cittadinanzattiva emerge che il 61% dei cittadini che usufruisce dell'assistenza protesica e' consapevole dei margini di liberta' di scelta previsti dal Nomenclatore tariffario: la possibilita', cioe', che l'assistito scelga un tipo o un modello di dispositivo non incluso ma riconducibile a quello prescritto, a giudizio dello specialista prescrittore, integrando l'eventuale differenza di prezzo.
Inoltre il 38% dei rispondenti ha informazioni sull'esistenza di dispositivi "in comodato d'uso" piu' innovativi rispetto a quelli che riceve dalla Asl. Interessanti i dati relativi al giudizio dei cittadini sul livello di innovativita' dei dispositivi che ricevono: la maggior parte ritiene mediamente funzionali (79%) i dispositivi ricevuti, il 12% li ritiene innovativi e il 9% li considera obsoleti.
Nel 13% dei casi sono stati erogati dispositivi diversi da quelli prescritti dal medico, mentre casi di difetti di funzionamento dei dispositivi sono stati riscontrati dal 15% dei cittadini.
Tra chi si e' visto recapitare un presidio non adatto ai propri bisogni, il 32% ha richiesto alla Asl l'erogazione di un dispositivo alternativo: ebbene, soltanto al 48% dei rispondenti e' stata autorizzata l'erogazione del dispositivo alternativo richiesto (nel 65% dei casi integrando la differenza di prezzo), mentre per il 7% cio' e' avvenuto parzialmente. Il 35% dei cittadini ai quali invece e' stata negata l'autorizzazione del dispositivo alternativo richiesto ha dovuto acquistare a proprio carico il dispositivo necessario.
Solo il 46% di coloro che hanno avuto bisogno di una personalizzazione del dispositivo dovuta ad aumento delle dimensioni corporee o al peggioramento dello stato di salute ha avuto dalla Asl l'autorizzazione a tali lavori. Inoltre, il 21% ha incontrato difficolta' nell'ottenere tale autorizzazione.
(Welfare/ Agenzia Dire)

Disabilità. Assistenza protesica, 8 proposte per la gestione. Cittadinanza attiva: serve un tavolo ministeriale
Cittadinanzattiva, a margine dei risultati dell'indagine condotta con questionari in tutta Italia su assitenza protesica e integrativa, propone otto azioni che potrebbero portare a una "nuova governance" in questo ambito. Eccole: porre al centro il cittadino, adottando la logica della presa in carico dei bisogni; rivedere il Nomenclatore tariffario e l'impostazione rigida della regolamentazione del settore, con aggiornamento e monitoraggio dei Lea per l'assistenza protesica e integrativa: a questo proposito si chiede l'istituzione di un'agenzia in grado di assicurare la terzieta', come avviene per i farmaci, e al ministero un tavolo permanente di lavoro composto dalle organizzazioni di tutela del diritto alla Salute al fine di monitorare l'effettiva applicazione del Nomenclatore Tariffario delle protesi, dei presidi e degli ausili, segnalare eventuali difficolta' di accesso alle prestazioni da parte dei cittadini, garantire la periodica revisione.
Terzo punto, non scaricare sul cittadino i costi del mancato adeguamento del Nomenclatore. Quarto, realizzare un'omogeneizzazione e una semplificazione delle procedure per l'accesso e l'autorizzazione dei dispositivi, poiche' "non e' accettabile che un cittadino abbia diritto a prestazioni e modalita' di trattamento diverse in relazione alla regione o alla Asl di appartenenza".
Poi, aumentare la trasparenza del processo e dare garanzie ai cittadini: a tale scopo Cittadinanzattiva propone una Carta della Qualita' dell'assistenza protesica e integrativa, che responsabilizzi maggiormente le strutture e i professionisti coinvolti e tuteli i cittadini in caso di disservizi. Sesta proposta, rafforzare l'empowerment e la partecipazione dei cittadini e delle associazioni, quindi diffondere le buone pratiche e promuovere l'innovazione e, in ultimo "creare una logica di responsabilita' e di rendicontazione nella filiera: un sistema cosi' complesso cambia solo se tutti gli attori coinvolti entrano in una prospettiva di co-responsabilita' e condivisione del valore da creare per la collettivita'. Solo da una condivisa e responsabile definizione di regole e standard minimi di garanzia per i cittadini, puo' derivare un equilibrio tra universalita' dei diritti e sostenibilita' del sistema".
(Welfare/ Agenzia Dire)

Giunta regionale Toscana sulla non autosufficienza
Deliberazione 1 agosto 2011, n. 700Approvazione Progetto: “Politiche relative alle pari opportunità.
Sostegno al lavoro di cura in famiglia attraverso contributi economici a favore del caregiver della persona anziana non autosuffi ciente a domicilio”.
http://www.nonprofitonline.it/docs/normative/2915.pdf
(fonte newslettrer nonprofitonline)

Forum Non autosufficienza: a novembre nuovo appuntamento a Bologna
La III edizione del Forum sulla non Autosufficienza, promosso dalle riviste Servizi sociali oggi e Sanità  pubblica e privata edite da Maggioli editore, si svolgerà come di consueto al Centro Congressi Savoia Hotel Bologna dal 9 al 10 novembre 2011.
Il tema della non autosufficienza sarà approfondito avendo come scenario le emergenze di questo periodo:  la crisi del welfare e l’uso della burocrazia e delle procedure come soluzione alla mancanza di risorse.
I workshop si articoleranno in un’unica sessione di lavoro, con un ampio ricorso a casi e studi pratici, al cui  termine sarà elaborato un documento di sintesi dei lavori. Il taglio dei workshop sarà rigorosamente pratico,  con poche concessioni dottrinarie, e con interventi dai partecipanti a cui sarà fornita risposta da parte dei  relatori.
I Temi:
• La qualità dell’assistenza sociale e sanitaria nelle azioni, prestazioni e cure fornite dagli operatori
• I costi dei servizi, l’utilizzo delle risorse, i budget di salute, la gestione organizzativa
• Il ruolo delle associazioni profit e non profit
• Reti formali e informali, sistemi informativi e strumenti di lavoro
• La formazione degli operatori
• Assistenza domiciliare
• Residenze sanitarie assistenziali
• Centri diurni e altri servizi semiresidenziali
• Comunità alloggio, casa famiglia ed altre forme di cura residenziale attenuata
Per info: www.nonautosufficienza.it
Contatti: Segreteria Organizzativa, Maggioli Editore
tel 0541/628704 - fax 0541/628768 - convegni@maggioli.it
(fonte edizioni Maggioli)

L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia
2° Rapporto (2010), a cura di N.N.A (Network non autosufficienza)
Rapporto promosso dall'IRCCS - INCRA per l'Agenzia nazionale per l'invecchiamento.
Pagine: 210, Collana: Sociale & Sanità
Il Rapporto NNA è l’unica pubblicazione che - con frequenza regolare - discuta l’evoluzione dell’ assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia. Si propone come strumento di lavoro, puntuale e chiaro, per chiunque sia interessato al tema. In effetti, la sua prima edizione ha suscitato notevole interesse tra gli operatori, gli studiosi e nel mondo politico-istituzionale.
Questo Secondo Rapporto NNA inizia dalla discussione dei più recenti dati disponibili (la “Bussola” di  NNA).  Poi presenta un bilancio delle azioni compiute dal Governo Berlusconi, discute gli interventi realizzati dalle  diverse Regioni e, infine, analizza la più recente sanatoria delle badanti. La parte successiva propone un approfondimento monografico sui servizi domiciliari. Ne illustra le principali caratteristiche in Italia, ne  esamina i modelli organizzativi e s’interroga sulla loro capacità di rispondere ai bisogni del territorio.  Conclude un confronto tra il nostro Paese e l’estero.
Il Network nazionale per l’invecchiamento è un’associazione in grado di porsi come consulente di policy  makers e di comunità professionali per le tematiche dell’invecchiamento. Il Network nasce da un agreement tra il Ministero della Salute (D.M. Salute 19/3/2008), la Regione Marche e l’Istituto di Ricovero e  Cura per Anziani (INRCA). Ne fanno parte aziende sanitarie, università italiane e la clinical research branch  del National Insitute on Aging di Baltimora (USA).
NNA (Network Non Autosufficienza) è nato - da un’idea di Cristiano Gori - per promuovere riflessioni  scientifiche sull’assistenza agli anziani non autosufficienti che siano utili all’operatività. Lo compongono anche Anna Banchero, Enrico Brizioli, Antonio Guaita, Franco Pesaresi e Marco Trabucchi. Insieme ai componenti di NNA contribuiscono al volume Francesco Barbabella, Georgia Casanova, Fabio Cembrani, Carlos Chiatti,  Renato Cogno, Mirko Di Rosa, Giovanni Lamura, Maria Gabriella Melchiorre, Sergio Pasquinelli, Laura Pelliccia,  Fabio Ragaini, Giselda Rusmini e Rosemarie Tidoli.
Scarica il volume in pdf    http://www.maggioli.it/rna/2010/pdf/rapporto2010-assistenza_anziani.pdf
(fonte edizioni Maggioli)

Anziani, disabili...tutti nel contenitore "non autosufficienza"?
Un interessante contributo di Fabio Ragaini del Gruppo Solidarietà e rivista Appunti.
"La riflessione che segue non ha nulla di compiuto e definito, non sostiene una tesi. Si interroga su diverse problematiche connesse alla cosiddetta “non autosufficienza”. Domande che riguardano le politiche, il sistema  dei servizi, gli approcci, i ruoli dei diversi soggetti. Prendiamone in esame alcune.
L’inserimento all’interno del contenitore della non autosufficienza degli interventi per anziani (ovviamente non autosufficienti e soggetti con forme di demenza) e persone con disabilità, giova alle politiche ed agli interventi rivolti a questi soggetti? Risponde alle loro specificità e dunque ai loro bisogni? Oppure induce e produceun’assimilazione sbagliata, in termini di necessità dei destinatari e dunque di servizi? La domanda è rivolta a tutti quelli che sono interessati al tema della qualità delle risposte.
Pongo la questione - anche se mi rendo conto che la domanda è formulata in modo grossolano - perché mi sembra che stia crescendo sempre più la tendenza a non distinguere adeguatamente le problematiche di queste due “aree”. Vale quindi forse la pena continuare la riflessione e cercare di sviscerarla ed analizzarne i diversi aspetti.
Leggi tutto alla pagina  http://www.grusol.it/informazioni/06-09-11.PDF
(fonte newsletter Gruppo solidarietà)

Disabilità. A Modena quattro appartamenti  "intelligenti". Controlli elettronici, touch screen, bagni attrezzati, ecc..
Nell'ingresso c'e' uno schermo con controlli elettronici touch screen per gestire le principali funzioni della casa. Il bagno e' attrezzato con maniglioni e sistemi d'allarme per chiedere aiuto. In cucina ci sono solo piastre elettriche.
Ovunque sono stati pensati spazi per poter circolare con la sedia a ruote, anche vicino al frigorifero e ai fornelli. Gli scolapiatti possono scendere e salire grazie a un telecomando e tutti gli avvolgibili delle finestre sono azionati tramite pulsanti. Ecco come si presentano i 4 alloggi domotizzati realizzati all'interno della palazzina di via Tommaso Marinetti 331 a Modena. La domotizzazione e' stata possibile grazie a un accordo tra Comune, Fondazione Vita Indipendente e Unicapi e con un finanziamento di 130 mila euro della Fondazione Cassa di risparmio di Modena (su un costo totale di 156 mila euro).
L'obiettivo? Fare in modo che i fruitori possano controllare in totale autonomia gli ambienti di vita, grazie alla semplificazione necessaria nell'utilizzo dei servizi e con la massima limitazione del rischio di infortuni. Agli alloggi sono stati applicati i concetti di sicurezza e massima fruibilita' dell'impiantistica, compresi i sistemi di controllo automatizzato e le specificita' legate all'allarme o alle richieste di soccorso.
Le strumentazioni elettroniche degli alloggi sono personalizzabili: i progettisti sono, infatti, intervenuti in modo sperimentale sulla componentistica impiantistica, di arredo e corredo funzionale per agevolare l'autonomia e l'indipendenza degli utenti a cui sono destinati gli alloggi, attraverso tecnologie avanzate di aiuto alla persona per le diverse funzioni legate all'abitare.
Gli alloggi saranno destinati a persone con una disabilita' fisica o sensoriale tale da beneficiare dell'utilizzo della domotica, di essere in grado di gestirsi sul piano relazionale in un contesto abitativo condominiale, di essere in carico al Servizio sociale o prevederlo, di avere un massimo di 60 anni e di essere in grado di pagare il canone richiesto dalla cooperativa di abitazione Unicapi. Il Comune coordinera' la commissione tecnica per formulare la proposta di assegnazione degli alloggi, prendera' in carico il disabile e predisporra' i progetti di vita e cura degli assegnatari. Unicapi mettera' a disposizione i 4 alloggi per 25 anni e li assegnera' sulla base del proprio statuto, regolamento e norme a seguito di progetti personalizzati per persone in condizione di disabilita' segnalati da Fondazione Vita Indipendente (che curera' la manutenzione degli alloggi) e Comune.
L'assegnatario dovra' versare una quota infruttifera di 15.600 euro, a cui la Fondazione Vita Indipendente e' disponibile a contribuire, ed e' previsto un affitto mensile di circa 400 euro piu' Iva. Altrirequisiti richiesti sono: la residenza a Modena o provincia, l'assenza di proprieta' di appartamento sul territorio o la proprieta' di un appartamento che non consenta l'accesso o l'agibilita' interna per problemi connessi a difficolta' di deambulazione, l'appartenenza a un nucleo familiare di 3 o 4 persone, un Isee non superiore a 60 mila euro e un Isee non superiore a 25 mila euro.
(fonte agenzia Dire)