N1-2012

Gen 2012

Newsletter CAAD, n.1/2012, 31 gennaio 2012

Aggiornarsi sugli ausili dal proprio computer di casa
Una bella opportunità offerta dalla Redazione del Portale SIVA (Servizio Informazione e Valutazione Ausili della Fondazione Don Gnocchi), agli operatori impegnati nel settore della riabilitazione e in generale della disabilità, è il ciclo di dieci seminari on line, che partiranno il 1° febbraio e si terranno ogni primo mercoledì del mese, cui si potrà partecipare (gratuitamente) dal proprio computer di casa.
Leggi tutto nel sito della FISH superando.it
http://www.superando.it/index.php?option=content&task=view&id=8429

Non autosufficienza nelle Marche. tutti uguali, alcuni piu' uguali?
Nella regione Marche esistono 3 tipologie di sostegno economico rivolto a persone non autosufficienti (disabili e anziani). Solo quello rivolto agli anziani viene definito "assegno di cura". Gli interventi economici nascono in periodi diversi e con specifici provvedimenti. Due riguardano persone con disabilità ed uno anziani non autosufficienti.
Il primo provvedimento, presente da oltre un decennio, definito "assistenza indiretta al disabile in condizione di particolare gravità" è rivolto a persone con disabilità che rientrano nei "requisiti di gravità", stabiliti dalla normativa regionale. Cessa al compimento dei 65 anni. L'entità del contributo economico, dati i requisiti previsti, tiene conto anche di altri fattori (congedo parentale, fruizione del Centro diurno, ecc...). La cifra corriposta dipende ogni anno dalla somma messa a disposizione e dal numero dei beneficiari (nel 2011:   fondo di 2,5 milioni, beneficiari  1.176; contributo medio  di circa 180 euro mese. E'ipotizzabile che il contributo pià basso sia vicino ai 100 euro, quello più alto ai 300).
Il secondo provvedimento è rivolto esclusivamente a persone con sclerosi laterale amiotrofica (Sla). E' stato avviato, da pochi anni, e prevede un contributo fisso (300 euro mese). La condizione richiesta è: diagnosi di Sla e certificazione legge 104 in situazione di gravità. Non cessa al compimento dei 65 anni. Per una dettagliata analisi dei due interventi rimandiamo all'approfondimento "Per patologia o per bisogno?" (cfr  http://www.grusol.it/vocesociale/05-06-11.PDF) A proposito di recenti provvedimenti della regione Marche. Analisi dalla quale emerge l'insuperabile perplessità rispetto a provvedimenti che determinano interventi diversi per persone che possono essere o sono in identiche condizioni, differenziati solo dalla patologia diagnosticata.
Entrambi i provvedimenti sono finanziati con risorse regionali.
Il terzo provvedimento riguarda invece esclusivamente anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti. L'intervento ha preso avvio nel 2009 attraverso il finanziamento nazionale del "fondo nazionale per le non autosufficienze". Le Marche hanno deciso di utilizzare il fondo nazionale esclusivamente per anziani non autosufficienti e per interventi di sostegno alla domiciliarità: assistenza domiciliare e assegno di cura. Nell'assegno di cura viene definita una quota fissa a favore del beneficiario (200 euro mese) e stilata una graduatoria. Vi accedono (determinato il fondo),  coloro che avendo i requisiti (reddito sotto una certa soglia e indennità di accompagnamento) sono "primi in graduatoria" e dunque con redditi più bassi (il numero dei beneficiari dipende dalla quota che ogni Ambito sociale destina agli assegni di cura, che non può essere inferiore al 30% del fondo assegnato dalla Regione; il restante deve essere destinato all'assistenza domiciliare). Nella prima annualità l'assegno è stato goduto da circa il 20% dei richiedenti ammesi. Con la recente delibera di riparto 2012 ( (cfr http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=2730) si prevede che  una quota di 100.000 euro venga specificatamente destinata ad "appartenenti agli ordini religiosi della Chiesa Cattolica". Sullo specifico si veda anche la nota del Comitato Associazioni Tutela (CAT) nlla quale vengono espresse alcune perplessità nei confronti della impostazione dell'intervento ("Sui criteri per l'utilizzo fondo per le non autosufficienze anno 2012"  (cfr  http://www.grusol.it/vocesociale/05-06-11.PDF).
Grave appare, inoltre,  la scelta di destinare una quota fissa di finanziamento (dunque con la determinazione di una apposita graduatoria) per gli appartenenti ai religiosi della Chiesa cattolica.
(nota a cura di Fabio Ragaini, Gruppo Solidarietà)

Centro regionale ausili: incontri con le ditte. abbigliamento
Il Centro Regionale Ausili (CRA) di Bologna da alcuni anni organizza “Incontri con le aziende”  in cui offre i propri spazi per avvicinare le aziende produttrici/distributrici di tecnologie assistive agli operatori del territorio regionale per una diretta informazione e conoscenza del continuo sviluppo delle soluzioni per la disabilità proposte nel mercato italiano.
Il prossimo Incontro si volgerà il 1 marzo 2012 dalle ore 14,30 alle ore 16,30   con la ditta  “Moda senza barriere” presso: Sala Mostra del Centro Regionale Ausili - c/o Area Ausili di Corte Roncati, via S.Isaia 90, Bologna 
Relatori-Product specialist:  Sig.ra Maria Angela Baldacci Kreienbühl
La  ditta in oggetto propone di presentare i seguenti Ausili :
- abbigliamento per disabili: mantelle, giacche, coprigambe, pantaloni realizzati su misura, adattati secondo le diverse necessità (sistema di postura, catetere, ecc.)
- Mantelle impermeabili per carrozzina
- Biancheria: body per tutte le taglie (adattati per es. a pompa PEG, ecc.)
- Accessori ad alta assorbenza (foulard, bavaletti, teli spugna per la seduta e/o la terapia)
- Guanti e pantofole imbottiti
- Borse per carrozzina
Si ricorda che l’evento non è accreditato ed è gradita l’iscrizione dal sito http://www.ausilioteca.org/incontri-aziende
Informazioni: CRA tel. 051/6597711
(fonte CRA)

Patto Lazio-Liguria per sistema non autosufficienza
La giunta regionale ha approvato lo schema di protocollo d'intesa con la Regione Liguria per la realizzazione del 'Sistema informativo nazionale sui servizi sociali per le non autosufficienze' (Sina). Il progetto sperimentale, attraverso una piattaforma software e nel rispetto della privacy, prevede la raccolta di informazioni sulle prestazioni erogate alle persone non autosufficienti, dati che andranno a comporre una 'cartella sociale' personalizzata per ciascun individuo.
Nel dettaglio, nel Lazio il progetto sara' articolato in tre fasi e si protrarra' per tutto il 2012. La prima fase prevede la sperimentazione del Sina da parte di personale regionale in un comune pilota: in questa fase si valuteranno il volume dei dati, la tempistica e le sinergie da attuare tra gli enti per la puntuale raccolta delle informazioni. La seconda fase del progetto prevede l'estensione del campione ad altri dieci comuni, con la conseguente formazione degli operatori locali. Nell'ultima fase del progetto i dieci comuni opereranno in maniera del tutto indipendente, alimentando in modo continuo la banca dati. Il progetto si concludera' con un'analisi dei dati raccolti ed una stima dell'impatto, per valutare l'eventuale estensione del progetto a livello regionale.
"Con l'adesione al Sina- ha spiegato l'assessore alle Politiche sociali, Aldo Forte- avremo uno strumento in piu' con cui condurre sul territorio un'analisi puntuale dei bisogni, a cui agganciare la programmazione degli interventi. Una strategia quanto mai necessaria in questo periodo di crisi, con cui ottimizzare la distribuzione delle risorse a sostegno dei non autosufficienti. Partiremo da pochi comuni con l'obiettivo di rendere il Sina strutturale in tutta la nostra regione". 
(Agenzia DIRE)

Fondo per la non autosufficienza. Spi-cgil al governo: rispristinatelo
Ripristinare il Fondo nazionale per la non autosufficienza per fare un segnale a chi vive nel disagio. A rivolgere la richiesta al governo è la Cgil, che chiede al contempo anche di definire i Livelli essenziali di assistenza. “Il governo – dice il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone - deve cominciare a dare un segnale importante sulla tutela delle persone che vivono in condizioni di estrema difficoltà e disagio ripristinando il Fondo nazionale per la non autosufficienza, in attesa che siano definiti i livelli essenziali di assistenza”.
“Il Fondo, infatti, - continua Cantone - è stato ignobilmente soppresso dal precedente governo lasciando così circa due milioni di persone - la maggior parte delle quali anziane – prive di qualsiasi forma di supporto”. “Un governo di emergenza – afferma - non può non considerare questa come una priorità della propria azione: dalla crisi, infatti, non si esce solo con il rigore finanziario ma anche e soprattutto ricostruendo uno stato sociale degno di un paese civile e che sia in grado di fornire aiuto e assistenza agli ultimi, ai più deboli e ai più esposti”.
(agenzia redattoresociale)

Una dote di cura per i non autosufficienti
Col passare degli anni, l'indennità di accompagnamento è divenuta un'integrazione ai redditi degli anziani, usata in larga misura per pagare le badanti. E il suo costo è lievitato fino ai 13 miliardi del 2011. Meglio sarebbe una Dote di cura che permetta di graduare l'importo in base ai livelli di non autosufficienza e di disponibilità economica, con un controllo sugli utilizzi. La scelta tra ricevere una somma senza necessità di rendicontazione o disporre di un budget individuale per i servizi pubblici o privati accreditati.
Leggi tutto il contributo di S.Pasquinelli nel sito lavoce.info
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002779.html

Verso una legge europea sull'accessibilità
La situazione delle persone con disabilità in Europa, ma anche i progressi compiuti nell'attuazione della Strategia Europea 2010-2020 sulla Disabilità, sono stati al centro del primo vertice che il 7 dicembre scorso ha avuto per protagonisti i leader di tutte le Istituzioni dell'Unione Europea e i rappresentanti dell'EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità. Tra le questioni emerse, anche la preparazione, nel 2012, di una legge europea sull'accessibilità
Leggi tutto su sperando.it
http://www.superando.it/index.php?option=content&task=view&id=8306

Fondo non autosufficienza, dalla Regione E.Romagna 461,6 milioni di euro
Dopo il via libera dalla Commissione assembleare politiche per la salute e politiche sociali avvenuto nei giorni scorsi, è di ieri l’approvazione da parte della Giunta del programma 2011 del Fondo regionale per la non autosufficienza con un finanziamento complessivo di 461,6 milioni di euro (+36 milioni rispetto al 2010), di cui 151 milioni dal bilancio regionale.
Le risorse sono destinate al finanziamento dei servizi per anziani e disabili non autosufficienti. Sono ripartite tra le Aziende sanitarie nei 38 Distretti presenti in Emilia-Romagna.  In particolare, 334,6 milioni di euro sono ripartiti in base alla distribuzione territoriale della popolazione ultra 75 enne, 106,1 milioni dovranno essere impegnati a sostegno di interventi a favore delle persone con disabilità; 13,1 milioni saranno destinati nello specifico alle gravissime disabilità.
Dopo l’approvazione della delibera di finanziamento, l’assessore regionale alle politiche per la salute Carlo Lusenti ha dichiarato: “Anche per il 2011, nonostante il mancato rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza nazionale, completamente azzerato, l’Emilia-Romagna rinnova e amplia il proprio impegno a sostegno delle tante famiglie emiliano-romagnole che assistono una persona cara al proprio domicilio. E in un periodo di crisi così forte per il nostro Paese in cui i problemi sociali e delle famiglie non solo non diminuiscono ma aumentano, credo che questo impegno assuma un significato ancora più forte”.
(fonte saluter.it)

Il Ministero della salute ha presentato la Relazione sullo stato sanitario del Paese 2009-2010
Italiani più longevi ma pigri, nel territorio più immigrati e disabili. L'Italia è tra i Paesi più longevi d'Europa ma il Bel paese rischia di peggiorare le proprie condizioni di salute con cattivi stili di vita, in particolare la pigrizia e il fumo. Aumenta la popolazione straniera residente nel nostro Paese, arrivata a 4 milioni 570 mila 317 unità nel 1 gennaio di questo anno, ovvero il 7,5% della popolazione totale.
Il quadro generale arriva dalla relazione sullo stato sanitario del Paese 2009-2010 presentata oggi al ministero della Salute, una sorta di cartella clinica dello Stivale. Sebbene la speranza di vita alla nascita in Europa sia una delle più alte al mondo, sono ancora troppi gli anni vissuti con limitazioni causate da disabilità. In particolare, in Italia nel 2007, sebbene le donne abbiano una vita media di 5,5 anni più elevata degli uomini, hanno in media 6,4 anni in più da vivere con disabilità. Fra gli uomini, le malattie del sistema circolatorio, per la prima volta nel 2008, divengono la prima causa di morte, superando i tumori. Tra le donne invece, come già osservato da tempo, le malattie cardiovascolari si confermano principale causa di morte con 126.531 decessi su 296.366 (43%), mentre i tumori, responsabili di 74.767 decessi (25%) rappresentano la seconda grande causa di morte.
Gli italiani sono sempre più longevi: dei 60 milioni e 626mila abitanti censiti al primo gennaio 2011, ormai oltre uno su cinque (il 20,3%) ha più di 65 anni, mentre i giovani fino a 14 anni sono il 14% e la popolazione in età attiva, 15-64 anni, è pari a meno dei due terzi del totale. E' quanto si legge nella Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2009-2010 del ministero della Salute, presentata oggi dal ministro Renato Balduzzi. Le prevalenze degli ultrasessantacinquenni sono incrementate nel tempo, passando dal 6,2% nel 1901 al 20,3% nel 2011. Consistente e' l'aumento degli ultraottantenni, passati dallo 0,7% nel 1901 al 5,6% nel 2009, e si stima che saliranno al 9% nel 2030.
Si muore anche di pigrizia - L'analisi dei tassi standardizzati nel periodo 2001-2008 evidenzia un notevole declino della mortalità: -13% per gli uomini e -11% per le donne. La speranza di vita alla nascita nel 2008 e' pari a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne, mentre a 65 anni si stima una sopravvivenza, rispettivamente, di 17,9 e 21,6 anni. Le malattie più diffuse negli ultrasessantacinquenni sono l'artrosi e l'artrite, seguite dall'ipertensione arteriosa e, per il solo genere femminile, dall'osteoporosi. Il peso percentuale cresce al crescere dell'età ed è sensibilmente superiore ai corrispondenti valori per la popolazione generale.
Aumentano le malattie professionali - Tuttavia, mediamente circa il 70% degli ultrasessantacinquenni dichiara di essere in buona salute, dati che mostrano un trend positivo rispetto ai dati del 2005, quando solo poco più del 50% faceva affermazioni analoghe. Relativamente ai fattori fisici e sensoriali studiati (masticazione, udito e vista), non si sono rilevate differenze importanti di genere, piuttosto un peggioramento con l'età, dove nel gruppo degli ultrasettantacinquenni in media 1 persona su 4 mostra una o più limitazioni.
Aumenta anche il numero dei depressi - Con l'avanzare dell'età crescono anche altri due importanti problemi per la salute e la qualità di vita: la depressione e la frequenza delle cadute, entrambe considerate, insieme all'incontinenza e ai disturbi cognitivi, come condizioni "disastrose"; tali condizioni sono più frequenti nelle donne. Un esercito di anziani, dunque, tutt'altro però che "inutili": secondo i parametri di efficienza fisica e psicologica Oms un over 65 su due è ancora una "risorsa". Tale percentuale si dimezza (1 su 4) per gli ultrasettantacinquenni. Se l'aspettativa di vita aumenta, si legge nel rapporto, troppi sono ancora gli anni vissuti con limitazioni severe o moderate nelle attività quotidiane.
Donne vivono in media di più degli uomini, ma qualità della loro vita è peggiore - I differenziali che si osservano tra gli uomini e le donne tendono infatti a ridursi fortemente quando si prende in considerazione un indicatore che misura la qualità degli anni vissuti. In particolare, in Italia nel 2007, sebbene le donne abbiano una vita media di 5,5 anni più elevata degli uomini (84,2 anni rispetto ai 78,7), hanno in media 6,4 anni in più da vivere con disabilità (22,3 anni rispetto ai 15,9). I dati elaborati da Eurostat mostrano chiare differenze tra gli Stati membri nella speranza di vita senza disabilità. Il valore medio europeo è per gli uomini di 61,5 anni, tuttavia esso varia da un minimo di 52 anni in Lettonia e Slovacchia a un massimo di 71 anni in Islanda.
Gli uomini italiani si caratterizzano per avere un'elevata longevità (terzi solo dopo gli islandesi e gli svedesi), ma un valore inferiore rispetto a quello medio europeo nella percentuale degli anni vissuti liberi da disabilità (79,6%). La speranza di vita senza disabilità è di 62,8 anni, valore di circa un anno superiore alla media europea. Le donne italiane si caratterizzano per avere una sopravvivenza complessiva tra le più alte in Europa: il valore di 84,2 anni è più basso solo di quello osservato per le spagnole (84,3 anni) e per le francesi (84,9 anni); tuttavia, in forte analogia con quanto osservato negli uomini italiani, la percentuale degli anni vissuti senza limitazioni (73,5%) e' inferiore a quella europea.
Nelle donne la speranza di vita libera da disabilità è di 61,9 anni, mentre quella Ue-27 è di 62,3 anni. L'aspettativa di vita per un cittadino di 65 anni dell'Europa a 27 Paesi è di 17 anni se uomo e di 20,5 anni se donna. Tuttavia, il vantaggio femminile di 3,5 anni si annulla quando si misurano gli anni senza disabilità: un uomo e una donna di 65 anni possono contare di vivere, rispettivamente, 8,7 e 8,9 anni in assenza di limitazioni severe o moderate nelle attività della vita quotidiana. In Italia le donne e gli uomini hanno la speranza di vita a 65 anni di 21,8 anni e di 18 anni e una speranza di vita senza disabilità rispettivamente di 7,2 e 7,9 anni.