N7-2013

Dic 2013

Newsletter CAAD, notizie 565- 572, ottobre/dicembre 2013

NOTA BENE
- Parte la nuova newsletter della rete dei CAAD dell'Emilia Romagna
- On line il nuovo sito della rete dei CAAD  -  http://www.retecaad.it
dal prossimo invio  la diffusione di notizie sui temi dell'adattamento domestico e  problematiche correlate cessa sotto la forma della Lista/CAAD Bologna e verrà proseguita tramite la  "Newsletter mensile" della rete regionale dei CAAD dell'Emilia Romagna prodotta nell'ambito del nuovo sito della rete .
Le notizie arretrate, a partire dal 2006 sono tutte disponibili nel nuovo sito.
Chi è già iscritto e riceve questo invio della Lista CAAD/Bologna riceverà la newsletter Rete CAAD senza bisogno di nuova iscrizione.

565/13 - La soddisfazione degli utenti del servizio CAAD
Il Centro regionale ausili di Bologna collabora da anni per le tesi degli studenti dei corsi di laura di fisioterapia degli atenei della regione.
Venerdì 20 dicembre dalle 10.00 alle 12.00 presso la sede del Centro Regionale Ausili di via S.Isaia 90  avverrà la presentazione/illustrazione di 4 di queste tesi, che rappresentano  pregevoli lavori, meritevoli di essere divulgati un pubblico più ampio.
Una di queste tesi è imperniata su una analisi del grado di soddisfazione degli utenti del servizio CAAD (La valutazione della qualità degli interventi di adattamento dell'ambiente domestico. Indagine su un campione di utenti della provincia di Bologna, a cura di Carolina Bardi, Università di Ferrara).
L'evento non è accreditato, è comunque gradita l’iscrizione dal sito del CRA
(fonte CRA Bologna)

566/13 - Adattare l'ambiente domestico alla non autosufficienza. Un protocollo di intesa tra gli ACER dell'E.Roma, il Cerpa e il CRIBA
Le sfide che si presentano alle amministrazioni locali sono molteplici e destinate ad aumentare in tempi di scarsità di risorse. Da un lato bisogna garantire servizi per permettere l’esercizio di diritti riconosciuti e tutelati, dall’altro effettuare interventi per incrementare l’attrattiva della qualità edilizia in termini di vivibilità ma anche di sostenibilità. E' da questa premessa che è nato il protocollo di intesa tra il CERPA Italia Onlus e il Coordinamento delle ACER dell'Emilia Romagna, una collaborazione che vede coinvolto in prima linea il CRIBA Emilia-Romagna.
Il CRIBA si occuperà infatti del corso di formazione e aggiornamento rivolto in particolare ai servizi tecnici degli ACER (progettisti, responsabili della manutenzione, ecc.) in cui verrà trattata - anche attraverso workshop di progettazione basati su buone e cattive prassi ed esami di progetti reali - la normativa relativa all’edilizia residenziale, tecniche di valutazione dell’accessibilità ambientale con presentazione di strumenti e un analisi degli ambienti della casa in relazione all'accessibilità e fruibilità.
I temi chiave che interessano i progettisti, infatti, sono quelli legati alla sostenibilità, tema inteso in senso molto restrittivo e limitante in quanto viene proposto solo in un’ottica di compatibilità ambientale: in realtà la sostenibilità degli interventi edilizi e urbanistici si riferisce, nel suo significato più profondo, alla piena vivibilità dello spazio da parte di ogni persona nel normale mutare delle sue condizioni, anagrafiche, di salute, di famiglia. La casa sostenibile e la città sostenibile (nelle loro diverse dimensioni, come luoghi abitati) devono poter essere fruite e agite, con minimi adattamenti al mutare delle proprie condizioni, permettendo scelte autonome condizionate il meno possibile dall’ambiente.
Approfondisci
- Per informazioni: CERPA sede organizzativa, Ufficio Stampa e Comunicazione, Dott.ssa Alessandra Sorrentino
tel./fax +39 0461 915564 , comunicazione@cerpa.org
(fonte newsletter Cerpa)

567/13 - 50 motivi per una valutazione civica delle tecnologie
La valutazione delle tecnologie sanitarie oggi non è più esclusivo appannaggio di tecnici, economisti, amministratori, clinici, ma anche dei cittadini, dei pazienti e dei familiari: si chiama HTA (Health Tecnology Assessment) e può essere il futuro del coinvolgimento dei pazienti nelle decisioni in sanità. In Italia cinquanta nuovi leader “civici”, formati alla nostra Summer School sull’HTA,  sono pronti a mettersi in gioco per far sentire la  voce dei cittadini e dei pazienti e per farlo dentro un processo rigoroso che ha alla base la metodologia delle evidenze.
Le decisioni di introdurre un nuovo farmaco, un nuovo dispositivo medico, una nuova procedura diagnostica, che avranno un impatto sulla vita di migliaia di persone, sono delegate prevalentemente agli amministratori, ai clinici, ai politici e quasi mai questi soggetti prendono in considerazione il punto di vista di cittadini, pazienti e familiari che con quelle tecnologie dovranno convivere per anni.
Con un maggiore sviluppo dell’HTA anche in Italia la conoscenza derivante  dall’esperienza dei cittadini e dei pazienti potrà avere sempre di più un peso rilevante, poiché nella valutazione multidisciplinare che caratterizza l’HTA, nei Paesi in cui si è maggiormente diffusa, il punto di vista di cittadini e pazienti rientra a pieno titolo nel processo di valutazione. Il suo utilizzo è in aumento in tutto il mondo e in Italia è solo al suo timido esordio, in particolare c’è molto da fare per rendere effettivo ed efficace il “patient involvement”, coinvolgimento dei cittadini e dei pazienti.
Leggi tutto nel sito cittradinanzattiva.it
(fonte newsletter cittadinanzattiva)

568/13 - Rapporto Global age watch 2013. Il mondo invecchia ma i governi non sono pronti  a sostenere la sfida.
Sono Svezia, Norvegia e Germania, secondo una classifica dell’Onu i paesi del mondo dove gli anziani vivono meglio. L’Italia, secondo paese al mondo “più vecchio” è piazzato al ventisettesimo posto nella graduatoria di 91  nazioni. Erano 16,4 milioni gli ultrasessantenni nel 2012, quasi un terzo del totale degli italiani, ma saliranno a quasi quattro su dieci nel 2050. Al giro di boa della metà del secolo gli ultraottantenni in Italia saranno raddoppiati dalle stime di un anno fa: dal 6,2 al 12,9. Il rapporto Global Age Watch 2013 mette il dito sulla piaga: la popolazione nel mondo (non solo in Italia) sta invecchiando così rapidamente che i governi non sono pronti a sostenerne adeguatamente la crescita. È un problema che riguarda soprattutto la parte sviluppata del globo dove nel 2050, per la prima volta, i pensionati avranno superato i minori di 15 anni. Il rapporto, compilato da HelpAge e dal Fondo Onu per la Popolazione per offrire ai governi strumenti per mettere a punto piani di azione per la popolazione anziana, presenta alcune sorprese: lli Stati Uniti languiscono all'ottavo posto, mentre il Regno Unito, tredicesimo, non arriva a essere incluso nella «top ten».
Il rapporto completo e tutti i focus 

(fonte newsletter auser)

569/13 - Chronic care model e qualità di vita di pazienti e caregiver
Pubblicati i dati sull’utilizzo di un set minimo di valutazione multidimensionale di pazienti anziani inseriti in percorsi per frattura di femore e stroke.
Una parte del volume che contiene i risultati del lavoro è dedicata anche ai temi dell'autonomia in casa.
Leggi la notizia
Scarica i materiali
(fonte newsletter agenzia sociale e sanitaria regione E.Romagna)

570/13 - Casa e disabilità: mutui agevolati per le famiglie. Prosegue l'iter della legge di stabilità.
La legge di conversione del D.L. 31 agosto 2013, n. 102 - Disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici - (cd. “Decreto IMU”), ha incassato il via libera ieri dalla Camera.
Oltre alle giovani coppie potranno usufruire dei finanziamenti agevolati per l'acquisto della prima casa anche i nuclei familiari di cui fa parte almeno un soggetto disabile. Lo prevede un emendamento presentato dalla Lega al decreto Imu-Cig approvato dall'Aula della Camera.
Fino ad ora non esistevano forme di agevolazione in tal senso 
La legge deve ora completare il suo iter (verifca con le parti sociali, ad esempio) e se ne prevede l'approvazione comunque entro l'anno.
Leggi tutto su Repubblica
Il dossier sulla legge di stabilità nel sito del Governo (aggiornato regolarmente)
(fonte siti repubblica, money360, governo.it, redazione sportello sociale comune Bologna)

571/13 - Cassazione: gli interventi contro barriere architettoniche non necessitano di permessi
La Corte di Cassazione lo ha stabilito con la sentenza 38360/2013
Il permesso per costruire opere atte a eliminare le barriere architettoniche non occorre. A stabilirlo è la terza sezione penale della Corte di cassazione con sentenza n. 38360 dello scorso 18 settembre. La Suprema corte ha inoltre sottolineato che per quanto concerne la definizione di "barriere architettoniche" per i soggetti disabili, si deve ricordare che: "le opere funzionali all'eliminazione delle barriere architettoniche sono solo quelle tecnicamente necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e non quelle dirette alla migliore fruibilità dell'edificio e alla maggior comodità dei residenti" (si veda anche Tar Campania, Salerno, sez. 2, 19 aprile 2013, n. 952; Tar Abruzzo, Pescara, sez. 1, 24/2/2012, n. 87; Tar Abruzzo, L'Aquila, sez. 1, 8 novembre 2011, n. 526). Ai sensi dell'art. 6, comma 1, lettera b), del dpr n. 380 del 2001, tali opere rientrano nell'attività edilizia libera qualora "consistano in interventi volti all'eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell'edificio".
Se invece abbiamo la realizzazione di rampe o ascensori esterni o altri manufatti che alterano la sagoma dell'edificio (sempre a scopo di abbattimento delle barriere archittetoniche), trova applicazione l'art. 22 del dpr n. 380 del 2001, a norma del quale sono realizzabili mediante denuncia di inizio attività (DIA) gli interventi non riconducibili all'elenco di cui all'art. 10 e all'art. 6. Su questo, riportiamo quanto aggiunto dalla Cassazione: "A tale disposizione  si sovrappone oggi l'art. 19 della legge n. 241 del 1990, come modificato dal d.l. n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, il quale consente che, per le opere soggette a d.i.a ordinaria, si proceda, in via semplificata, con s.c.i.a. (segnalazione certificata di inizio attività)".
Ricordiamo che l'articolo 10 prevede la necessità di richiedere il permesso di costruire in caso di: a) gli interventi di nuova costruzione; b) gli interventi di ristrutturazione urbanistica; c) gli interventi di ristrutturazione edilizia che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d'uso.
Ricapitolando: se si tratta di opere miranti solo alla migliore fruibilità  e comodità dei residenti, non trova applicazione quanto previsto dall'articolo 6 (attività di edilizia libera),  il quale si riferisce invece a interventi volti all'eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell'edificio.
Se si tratta di opere che prevedono realizzazione di rampe o ascensori esterni o altri manufatti che alterano la sagoma dell'edificio per abbattere le barriere architettoniche, non si rientra né nell'articolo 6 (attività di edilizia libera) né nell'articolo 10 (che prevede la necessità di chiedere il permesso di costruire), ma si applica l'articolo 22 che prevede la possibilità di intraprendere le opere con denuncia di inizio attività (DIA), trasformata in SCIA (segnalazione di inizio attività).
Per maggiori informazioni
(Fonte newsletter disabili.com)

572/13 - Regione Lombardia: anche le consulenze per adattamento domestico previste dalla delibera sulla fragilità
La dgr è il primo provvedimento attuativo della dgr 116 del maggio scorso.
In questo atto si precisa nuovamente che per realizzare i principali obiettivi posti dalla dgr 116 (realizzare l’obiettivo generale di tutela dei diritti di fragilità, adeguare il sistema dei servizi e degli interventi ai nuovi bisogni e consentire anche alle persone più fragili di rimanere presso il domicilio e nel proprio contesto di vita) sono necessarie – si stima – risorse pari a 330 milioni.
Si precisa però la necessità di procedere in modo graduale nella sua attuazione, pertanto anche una graduale messa a disposizione delle risorse. Si parte quindi con i primi 50 milioni per i prossimi 6 mesi.
Questo atto indica gli interventi finanziabili destinati prioritariamente a soggetti in condizione di fragilità, individuati come segue:
a.persone anziane o con disabilità
- affette da patologie che ne hanno ridotto le capacità di svolgere in autonomia le normali attività della vita quotidiana
- che necessitano di contesti abitativi con caratteristiche di protezione
b. persone  affette da gioco d’azzardo patologico
c. minori vittime di maltrattamento, abuso e violenza
Scarica i documenti (delibere 116 e 856/2013)
(fonte newsletter Lombardia sociale)