N3-2012

Mar 2012

Newsletter CAAD, n.3/2012, 31 marzo 2012

Non autosufficienza. Guerra: “Non facili promesse ma impegno serio del governo”
“Non ce la siamo sentiti di fare facili promesse ma abbiamo preso un impegno serio per lavorare a un percorso concreto: formulare e rendere pubblica la proposta per il Piano sulla non autosufficienza. Non possiamo però dire quali saranno i tempi di realizzazione. Stiamo operando in un momento in cui i vincoli finanziari sono micidiali”. Lo ha detto a Redattore sociale il sottosegretario Maria Cecilia Guerra, dopo l’incontro di quasi tre ore con una delegazione del “Comitato 16 novembre onlus”e il ministro del Lavoro Elsa Fornero.
Sul tavolo due nodi da sciogliere. In primo luogo la questione dei fondi destinati ai malati di Sla. “Ci hanno chiesto di intervenire su due aspetti: valutare il modo in cui queste risorse sono state ripartite e verificare se, come sostengono loro, in molte regioni i fondi sono stati destinati per impieghi diversi” afferma Guerra, sottolineando che il ministero prenderà in esame il problema del riparto, che è legato anche all’assenza di un registro nazionale per la Sla. Sul secondo punto invece verranno fatti dei controlli per vedere se effettivamente i fondi sono stati destinati ad altro, anche se per ora al ministero questo non risulta.
“Il secondo punto che hanno posto è quello di riprendere in mano la questione della non autosufficienza e la riattivazione del fondo specifico per i disabili gravissimi che richiedono assistenza continuativa. Rispetto a questo l’impegno non è per una risposta immediata ma a formulare da qui a un mese una proposta sulla non autosufficienza strutturata, la cui caratteristica è articolare l’intervento rispetto alla gravità del singolo malato – afferma -. Questa proposta sarà la base di lavoro per iniziare un intervento che si costruisce per gradi, strutturalo sul territorio per creare una risposta che resta, ma stiamo operando in un momento in cui vincoli finanza micidiali”.
(fronte redattoresociale)

Non autosufficienza: tre riforme in cerca d'autore
I numeri ci sono tutti, ripetuti fino alla noia: più di due milioni oggi, quattro milioni fra vent’anni. Sono gli anziani non autosufficienti. La domanda: siamo pronti a reggere questo tsunami demografico? Un'onda di piena che farà aumentare gli anziani, più soli e più poveri di quelli di oggi. Manca una infrastruttura sociale in grado di reggerne l'impatto. Dobbiamo attrezzarci. Lo hanno già fatto paesi come Francia, Germania, Austria, Spagna, lo sta facendo l’Inghilterra. Noi siamo fermi a misure vecchie di decenni e a investimenti modesti tranne in alcune, meritevoli regioni.
Tre interventi per rendere gli oneri della cura un fatto un po’ meno privato e per allargare la rete di protezione sociale: Una nuova governance dei servizi; Riformare l'indennità di accompagnamento; Depotenziare il mercato nero della cura.
Leggi tutto  http://www.qualificare.info/home.php?list=archivio&id=598
(newsletter qualificare.info)

Un dossier sulla non autosufficienza da Quotidiano sanità. 
Ammonta complessivamente a quasi 30 miliardi di euro la spesa pubblica, stimata per il 2010 dal Ministero dell'Economia, per assistere i circa 4,1 milioni di italiani disabili e non autosufficienti. È quanto emerge da un dossier di “Quotidiano Sanità” http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato5140231.pdf
dedicato alla non autosufficienza in Italia e realizzato raccogliendo dati da diverse fonti.
Quasi 30 miliardi di euro, spiega il dossier, rappresentano una cifra importante ma - e su questo concordano i rapporti del Governo (Rapporto del Welfare 2011) e delle associazioni - è spesa male e soprattutto mal distribuita.
Nel 2009 sono stati ospiti di strutture residenziali l’1,9% degli anziani. La Lombardia ha 65 mila posti letto, quasi un terzo dei 201 mila presenti in tutta Italia. Ha anche 14 mila dei circa 45 mila posti in strutture semiresidenziali, quindi anche in questo caso quasi un terzo del totale nazionale.
Artrosi e artrite sono le patologie croniche più diffuse tra gli anziani con più di 65 anni. Al secondo posto l’ipertensione arteriosa.
(newsletter Centro Maderna)

Anziani, Barca: “Non autosufficienza è priorità del governo. Riprogrammare i fondi comunitari”
La cura degli anziani non autosufficienti è una priorità per il governo, su cui bisogna lavorare riprogrammando i fondi comunitari comeè già stato fatto per la scuola. Lo ha detto il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca intervenendo al convegno “l’Adi come buonapratica nella politica di coesione” dello Spi Cgil, che si è svolto questa mattina a Roma.
Il ministro ha inoltre spiegato che si inizierà dalleregioni del Sud dove i fondi comunitari già ci sono e vanno riprogrammati.“Già nella mia relazione al Parlamento ho parlato della priorità del governo di intervenire sulla cura agli anziani non autousufficienti perché ègiusto, anticiclico e innovativo – spiega Barca - .Giusto perché bisogna portare le persone anziane sopra i livelli minimi di assistenza; anticiclico perché in questa particolare fase economica di riduzione dei redditi delle famiglie bisogna lavorare sul miglioramento della qualità dei servizi;innovativo perché sollecita nuovo lavoro e nuove tecnologie”.
L’intervento secondo il ministro dovrà concentrarsi prioritariamente al Sud per due ragioni: la prima, come denuncia anche il rapporto dello Spi-Cgilè legata al divario esistente rispetto alle regioni settentrionali; ma anche perché lì ci sono già i fondi che vanno riprogrammati. “Ciò rende l’intervento nel Mezzogiorno non solo compensativo rispetto al ritardo esistente ma anche prototipale, cioè ciò che sarà fatto al Sud sarà una sperimentazione
di aiuto poi anche alle altre regioni”. Barca ha sottolineato l’importanza dell’indagine del sindacato dei pensionati per il lavoro che il governo dovrà fare su questi temi nelle prossime settimane e che verterà su cinque punti. In primo luogo l’analisi dei piani regionali, perché “è necessaria un’intenzionalità
programmatica”. Bisogna poi lavorare su un piano che integri i punti unici di accesso con i servizi socio-assistenziali. Necessaria è anche la partecipazionedelle associazioni e la misurazione degli indicatori per migliorare i servizi. Infine puntare sulla tecnologia per favorire la domanda pubblica”.
(fonte redattoresociale.it)

Parti comuni sacrificate per l'accessibilità ai disabili. L'abbattimento delle barriere architettoniche prevale sul diritto al pari uso del bene.
Le barriere architettoniche sono ostacoli di natura fisica che non consentono alle persone disabili di accedere liberamente o facilmente agli edifici. Eliminarle, quindi, vuol dire levare di mezzo un ostacolo alla piena fruibilità di uno stabile. La configurazione proprietaria dell'edificio incide, e non poco, sulle modalità attraverso cui è possibile giungere all'eliminazione dei suddetti ostacoli: in condominio il soggetto disabile ha a disposizione varie modalità d'azione per far valere i propri diritti.
È molto probabile che per l'eliminazione delle barriere architettoniche sia necessario porre in essere opere innovative nelle parti comuni degli edifici. Sono classici gli esempi dell'installazione di un ascensore o di unservoscala. In questi casi la legge cui fare riferimento è la numero 13 del 1989 e in particolare l' articolo 2. Secondo questa disposizione, le decisioni riguardanti l'eliminazione delle barriere architettoniche possono essere prese con maggioranze semplificate ma comunquedifferenziate a seconda che si tratti di prima o seconda convocazione. Per l'adozione di questa deliberazione, tale almeno è l'indicazione fornita dalla prassi, non è necessario che la persona disabile sia anche condomina. L'assemblea, in sostanza, può deliberare l'eliminazione delle barriere anche solo per rendere pienamente fruibili le parti comuni dell'edificio. A fronte dell'inerzia o del rifiuto dell'assise condominiale, inoltre, chi ne ha bisogno e ne abbia fatto richiesta può provvedere personalmente all'installazione di strutture amovibili che consentano o rendano più agevole l'accesso agli edifici. In ogni caso, infine, gli interventi in esame non devono recare pregiudizio al decoro, alla sicurezza, alla stabilità dell'edificio, né possono comprimere i diritti sulle parti comuni anche solamente di un comproprietario; resta ferma la possibilità per chi non ha partecipato fin dall'inizio alla realizzazione dell'opera di subentrare successivamente nel suo uso.
A ogni modo, è doveroso evidenziarlo, l'eliminazione delle barriere architettoniche non è materia di competenza esclusiva dell'assemblea. Detto diversamente: dato che ogni condomino è, per definizione, comproprietario delle parti comuni dell'edificio, egli può sempre agire di propria iniziativa (con spese a proprio carico) per la rimozione degli ostacoli strutturali. Grimaldello normativo che lo consente è l'art. 1102 del Codice civile. Secondo questa norma, infatti, tutti i condomini possono usare le cose comuni nel modo più consono ai loro bisogni purché ciò non limiti il pari diritto di ogni altro comproprietario e dovendo sempre evitare che eventuali interventi sulla struttura dell'edificio rechino pregiudizio al decoro, alla sicurezza e alla stabilità dell'edificio. Così, ad esempio, se l'unica possibilità per un condomino di accedere alla propria abitazione è rappresentata dall'installazione di un ascensore e ciò non comporta alcun pericolo, egli avrà
diritto di installare quell'impianto e gli altri condomini saranno tenuti a sopportare il disagio, che deve sempre restare minimo, che quell'opera potrebbe arrecare. Questo nella sostanza, è quanto ha affermato la Cassazione nella sentenza n. 2156 del 14 febbraio 2012. Quindi, secondo i giudici di legittimità, in materia di uso dei beni comuni, da parte del singolo condomino, correlato all'eliminazione delle barriere architettoniche, per coniugare esigenze della proprietà e della salute e diritto degli altri comproprietari sulle cose comuni, le prime devono assumere maggior valore senza, tuttavia, che ciò significhi totale compressione di quest'ultimo.
Questa valutazione, hanno chiarito i giudici, deve essere fatta caso per caso e anche l'assemblea condominiale deve tenerne conto, nel deliberare sull'uso delle cose comuni da parte dei singoli condomini (.....continua)
Leggi tutto su PressIn (Comune di Venezia) http://pressin.comune.venezia.it/leggi.php?idarticolo=28728
(Il Sole 24 Ore del 22-03-2012)

Analisi dei costi e dei benefici degli interventi di adattamento domestico operati dal CAAD di Bologna
Nell'articolo pubblicato dalla rivista A&A Abitare anziani vengono descritti i risultati di analisi sperimentali su campo realizzate dal CAAD di Bologna per valutare quale sia il risvolto economico/finanziario delle proposte di soluzioni tecnologiche per la vita la domicilio. Il metodo di lavoro ha previsto di effettuare confronti differenziali fra i costi sociali delle soluzioni proposte e quelli derivanti da un possibile “non-intervento”. L’analisi è stata condotta utilizzando uno strumento validato, lo SCAI (Siva Cost Analysis Instrument), che basa l’analisi economica sul concetto di costo sociale. I risultati ottenuti hanno confermato ben oltre le aspettative l’assunto di partenza, cioè che l’intervento a sostegno dell’autonomia, se ben progettato e condotto, ottiene il più delle volte due risultati concorrenti: migliora la qualità di vita degli utenti e riduce anche molto sensibilmente l’impegno economico legato all’assistenza. I casi analizzati evidenziano con chiarezza il fatto che l’intervento di adattamento, progettato e condotto in modo competente, può essere un formidabile strumento di contenimento del disagio sociale (utente disabile/anziano e famiglia), ma anche delle spese sostenute dalla “società”. I dati che emergono dall’analisi fanno ritenere che uno studio approfondito ed allargato potrebbe portare un serio contributo all’orientamento delle politiche di investimento negli ambiti sociali e dell’edilizia pubblica e convenzionata.
Leggi l'articolo: http://www.abitareeanziani.it/aea/Portals/0/Allegati/sintesi%20articoli%20rivista/caad%20sintesi.pdf
Per informazioni sulla rivista A&A e l'indice dei numeri pubblicati
http://www.abitareeanziani.it/aea/RIVISTAAeA/Inumeri.aspx

Robot-Era, il progetto per robotizzare l'assistenza agli anziani
Ha preso avvio oggi, con un primo incontro introduttivo, "Robot-Era", un progetto internazionale di robotica sociale coordinato dall'Italia, che coinvolge l'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa insieme a ricercatori svedesi, inglesi e tedeschi, alla multinazionale ST Microelectronics, a due aziende spin-off dell'Istituto Sant'Anna e al comune di Peccioli in provincia di Pisa. L'ambizioso progetto, che avrà la durata di quattro anni, ha lo scopo di identificare le esigenze e le necessità quotidiane degli anziani e dei loro familiari per poi creare ausili robotici che possano supportarli. Saranno tre i tipi di robot che sembra verranno realizzati, uno per i lavori in casa, uno per il condominio e un terzo per l'assistenza in strada. "I robot," spiega Paolo Dario, direttore dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore di Pisa, "saranno in grado di cooperare fra loro, per cui l'elevata complessità del sistema risulterà ridistribuita nell'ambiente dimostrandosi efficace, facile da usare e accettabile. Grazie a questo progetto internazionale la Regione Toscana si conferma una realtà dinamica e capace di promuovere e di ospitare iniziative di ricerca di alto profilo, ma anche direttamente rivolte al miglioramento della qualità della vita dei propri cittadini e dello sviluppo industriale''
(Newsletter Centro Maderna)

Famiglia Cristiana: “È tempo di mettere le persone più fragili al centro dell’attenzione del Paese"
Il settimanale Famiglia Cristiana anticipa l'editoriale d'apertura del giornale dedicato questa settimana alla necessità di una politica per tutelare le famiglie con anziani e disabili. Nell’articolo dal titolo “Un Paese che non crede e non investe sui cittadini”, il settimanale dei paolini denuncia che “il grado di civiltà di un Paese si misura su come sono curate le persone più fragili. Se la collettività scarica la loro assistenza su famiglie, parenti, beneficenza privata, quel Paese è sulla via dell’imbarbarimento e della progressiva ingiustizia".
Un impegno che ancora non appare nelle agende istituzionali del Paese, aggravato dalla crisi: "C’è un crescente disimpegno pubblico nei servizi socio-sanitari si legge -. Sia a livello nazionale, che regionale e locale". E aggiunge: "Anche il mancato finanziamento a livello nazionale del Fondo per la non autosufficienza, chiesto invano da sindacati e associazioni familiari al precedente Governo Berlusconi già dalla Conferenza sulla famiglia di Milano del novembre 2010, ma non rinnovato nemmeno dall’attuale Governo Monti, è un gravissimo segnale di mancata attenzione, che le famiglie e la nostra società non possono più sopportare".
Si aggiunge un monito: "È tempo di mettere le persone più fragili al centro dell’attenzione del Paese. I disabili non sono un ‘fardello economico’. Sostenere i compiti di cura delle famiglie non è solo un doveroso atto di giustizia e di solidarietà, ma costituisce anche uno strumento di rilancio della speranza, del progetto e dello sviluppo del ‘sistema Paese’. Così si potranno liberare le energie e l’impegno di tanti uomini e donne adulte".
Conclude l’editoriale di Famiglia Cristiana: "Dove prendere i soldi? Basterebbe abbattere la scure sulle spese militari e ‘tagliare le ali alle armi’, rinunciando agli F35. O sospendere i generosi finanziamenti ai partiti, per rispetto alla volontà popolare. E visti anche i cattivi usi che ne fanno. Con le liberalizzazioni delle attività commerciali, liberiamo anche le energie delle famiglie. E sosteniamole nel compito di cura. Rifinanziare un nuovo Piano per la non autosufficienza, già presente in molte nazioni europee, ci farà stare nell’Unione europea a testa alta".
(fonte redattoresociale)

Comitato sui diritti delle persone con disabilità: bando per elaborati sull'implementazione dell'articolo 9 della Convenzione
Il Comitato sui diritti delle persone con disabilità invita le persone con disabilità, le loro organizzazioni, altri attori della società civile, le associazioni di esperti, le istituzioni scientifiche e formative, le istituzioni nazionali dei diritti umani, gli Stati parte, le organizzazioni regionali, a produrre degli elaborati al fine di incoraggiare l'implementazione delle misure di accessibilità per le persone con disabilità, così come sancito dall'articolo 9 della Convenzione internazionale dei diritti delle persone con disabilità...
http://unipd-centrodirittiumani.it/it/news/Comitato-sui-diritti-delle-persone-con-disabilita-bando-per-elaborati-sullimplementazione-dellarticolo-9-della-Convenzione/2362

Un corso da CAAD e centro regionale ausili. piu' autonomia negli ambienti di vita
Data: Giov, 12/04/2012 - 09:00 - 17:00
Data: Ven, 13/04/2012 - 09:00 - 17:00
Luogo:  Sala Mostra - Area Ausili di Corte Roncati - Via Sant'Isaia 90, Bologna
Obiettivi: Attraverso un approccio interdiscliplinare il corso si propone di fornire elementi per valutare e progettare ambienti di vita accessibili e strategie per aumentare l’autonomia della persona.
Il corso è rivolto a: operatori sociali e sanitari
Conduttori: Ing. Claudio Bitelli, Arch. Stefano Martinuzzi, FT Francesca Ioele, TO Chiara Costa, FT-TO Devis Trioschi, Ing. Matteo Rimondini, Op. Soc Margherita Borri, EP Viviana Brandan
Programma 12 aprile 2012  -   Adattare bagno, cucina e camera da letto
9.00 Accoglienza e registrazione partecipanti
9.15 Presentazione del corso
9.30 Autonomia e qualità della vita: background culturale
10.00 Adattare il bagno: soluzioni strutturali e ausili a partire da un caso studio (I parte)
11.15 Pausa
11.30 Adattare il bagno: soluzioni strutturali e ausili a partire da un caso studio (II parte)
12.45 Dibattito
13.00 Pausa
14.00 Adattare la camera da letto: soluzioni d’arredo, ausili ed automazioni
15.30 Adattare la cucina: soluzioni per migliorare l’accessibilità e la fruibilità
16.30 Dibattito
PROGRAMMA 13 aprile 2012   -   Barriere verticali, domotica, accessibilità in autonomia
09.00 Soluzioni per il superamento delle barriere verticali: impianti e ausili
11.00 Pausa
11.15 Domotica e interfacce: la tecnologia a supporto dell’autonomia
12,00 La sicurezza della persona e dell’ambiente domestico
12,45 Dibattito
13.00 Pausa
14.00 Caso studio
15.00 Normativa a supporto degli interventi di adattamento domestico
16.30 Dibattito
16.45 Valutazione ECM
Per informazioni: Simona Muzzioli, Segreteria Organizzativa Centro Regionale Ausili   - CAAD Bologna settore consulenze tecniche
Entrata pedonale: Via Sant'Isaia 90 - Entrata carrabile: Viale Carlo Pepoli 3/5
051-6597715 / 051-6597737  - e-mail: smuzzioli@ausilioteca.org